martedì, dicembre 25, 2007

Che possa essere un Buon Natale, Eveline

Dopo le presunte minacce di morte di cui è stata vittima la neo consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, mi aggiungo a chi si è interrogato sulle nuove modalità di opposizione politica che anche in Svizzera sembra si stiano sviluppando. E' auspicabile che imbrattare le proprietà altrui - in questo caso la casa di una delle più importanti figure politiche del nostro Paese, peraltro con cifre (187) che gli inquirenti ricollegano al significato di "assassinio" - non divenga pratica comune. Altrimenti saremmo davvero di fronte a derive inaccettabili per uno Stato che da sempre si fonda sull'idea di collegialità e di responsabilità condivisa. Anche in politica.

venerdì, dicembre 21, 2007

Trent'anni dopo. Madres e Abuelas ancora in piazza


Sono stati all'incirca 30000 i desaparecidos (scomparsi) durante la dittatura militare argentina (1976-1983), colpevoli di promuovere idee discordanti rispetto a quelle del regime e di opporsi ad un sistema politico violento e antidemocratico. Soprattutto giovani tra i 21 e i 35 anni, in misura maggiore di sesso maschile, ma con una componente femminile marcata.

Con il ritorno della democrazia si è iniziato, lentamente, a far luce su quanto accaduto, scoprendo particolari agghiaccianti sulla logica, le modalità e la brutalità di tali scomparse. Dal sequestro, alla chiusura in Centri di detenzione, alle torture e alla morte, si è ormai giunti al riconoscimento - anche in sede processuale - delle diverse responsabilità.





Se lungo è stato il processo politico di reazione a questo fenomeno, da subito invece si sono attivati canali di mobilitazione da parte dei familiari delle vittime.
Un canale che non smette ancora oggi di rinnovare il proprio impegno non solo nella memoria di quanto accaduto, ma anche nella ricerca dei figli e dei nipoti (nati nei Centri di detenzione e strappati ai genitori incarcerati).

E che il 5 dicembre scorso ha promosso una nuova Marcia della Resistenza a Buenos Aires, a ulteriore dimostrazione che, benché siano passati tre decenni, "un popolo senza memoria" continua ad essere "un popolo senza storia".



Fonte: http://www.nuncamas.it/